Il mito della pera: simbologia e connotazioni

Il mito della pera: simbologia e connotazioni

08.09.2022.

Le pere e la loro pianta nell’immaginario collettivo

 

La pera oltre a essere un frutto accessibile a diverse latitudini e coltivato a partire da tempi remotissimi (scopri la storia delle pere) è sin dall’antichità entrata a far parte dell’immaginario collettivo, comparendo sulle tavole ma anche nella mitologia e nella leggenda, assumendo significati e caricandosi di simbologie particolari.

 

La pera nella mitologia antica

La mitologia arcaica attribuisce alla pera un ruolo centrale e la mette in relazione con le divinità. Gli antichi egizi consideravano il pero un albero sacro a Iside, la dea della magia e della fertilità che proteggeva la famiglia, mentre per gli antichi greci tale frutto era legato a Era, la moglie di Zeus e regina dell’Olimpo, la quale aveva persino una statua intagliata nel legno di pero a Micene; ma anche Atena e Afrodite, rispettivamente dee della guerra e della bellezza, tenevano in grande considerazione le pere, per le quali erano un frutto sacro.

Come si nota, la pera è sempre associata a divinità femminili e questo perché nell’antichità la forma tondeggiante delle pere era solita evocare il corpo della donna e in particolare il suo ventre, simboleggiando la fecondità e anche la dimensione erotica. Ancora oggi la forma del frutto viene utilizzata in riferimento al corpo umano: avere un fisico a pera è un’espressione che si usa per indicare una corporatura snella dalla vita in su e più larga nella zona di bacino, fianchi e cosce.

 

La pera nella simbologia religiosa

Anche la cultura e tradizione religiosa, non solo occidentale, ha attinto a piene mani dal mondo della natura per trovare elementi e oggetti da elevare a simboli. Il cristianesimo, che dalla colomba al ramoscello d’ulivo ne è un perfetto esempio, ha incluso anche le pere nel proprio immaginario simbolico religioso: la loro pianta, il pero, viene sovente utilizzata per rappresentare l’amore di Dio per gli uomini e non è raro trovare raffigurazioni della Vergine Maria con una pera in mano o nelle immediate vicinanze.

Diversa è invece la concezione della pera diffusa nella cultura orientale, dove essa è simbolo di precarietà, caducità e morte: il candore della polpa non è infatti immagine di purezza, bensì viene collegato al colore bianco, tradizionalmente associato al lutto, a cui si aggiunge la fragilità dei fiori del pero.

 

La pera nel medioevo e nell’araldica

Anche nel medioevo l’albero di pere aveva perlopiù un’accezione negativa, a causa probabilmente della facilità con cui poteva ammalarsi o finire vittima dei parassiti. Con il passare dei secoli, tuttavia, il pero è riuscito ad affermarsi con significato positivo facendosi strada – è proprio il caso di dirlo – nel campo della toponomastica: molte località in tutta Italia prendono il nome dalla presenza di coltivazioni di pere, la più famosa è senza dubbio la città di Pero vicino a Milano. Le pere e la loro pianta sono diventate protagoniste anche di stemmi comunali: in Italia oltre a quello della stessa Pero troviamo lo stemma di Pereto in provincia dell’Aquila, ma altri esempi di stemmi con il pero ci sono in Svizzera (Birrhard, cantone Argovia), Germania (Altendiez) e persino Polonia (Midzychod).

Anche l’araldica è ricorsa in passato all’iconografia del pero, inserendo pere e piante di pere in blasoni di famiglie nobili. L’immagine del pero carico di frutti simboleggiava l’abbondanza, ma anche e soprattutto la figura del buon padre di famiglia e del principe benefico, virtù delle quali si amavano fregiarsi le stirpi altolocate di tutta Europa.

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